Col di Lamo: Montalcino come piace a me!

Col di Lamo: Montalcino come piace a me!

When she was just a girl,
She expected the world,
But it flew away from her reach,
So she ran away in her sleep. And dreamed of para-para-paradise

(Paradise – Coldplay – 2011)

Chi, dove e soprattutto perché

Nasce da un sogno e da un’aspirazione la Cantina ilcinese Col di Lamo condotta da Giovanna Neri.

Non ho ancora avuto modo di conoscere Giovanna e ancora oggi le cose starebbero cosi se non fosse per la fortuna concessami dalla Lei stessa di assaggiare i suoi vini, con loro ho potuto cogliere attimi e frangenti del suo carattere, di conoscerla e osservare il territorio dove prendono vita i suoi vini.

Siamo a Montalcino per la precisione a Torrenieri, qui si trovano i terreni con le esposizioni più fredde con suoli argillo-calcarei tutt’altro che morbidi e semplici. La Cantina è moderna e rispecchia i caratteri di novità e freschezza che intravedo in Giovanna grazie all’assaggio dei suoi vini.

Giovanna inizia da una laurea in legge dalla quale vira quasi immediatamente, si rimbocca le maniche, caparbia, ostinata e determinata e costruisce quella che oggi inserirei senza problemi tra le cinque migliori aziende di Montalcino e perché no una delle dieci migliori di tutta la Toscana.

Il Rosso di Montalcino lo ami perché esplode e ti scalda il cuore

Sembrerà strano ma nonostante il Brunello di Montalcino 2015 sia davvero cosa da raccontare, è il Rosso il vino che ha saputo leggere a voce alta le vere intenzioni sia di Giovanna che della Cantina stessa-

Il Rosso di Montalcino 2017 di Col di Lamo è materico, strettamente legato all’uva ed ai suoi profumi, portavoce di quei segreti che il Sangiovese grosso sulle colline strappate alla Val d’Orcia sembrerebbe regalare a tutti.

Dico sembrerebbe perché è da molti anni che non vengo rapito da un Rosso di Montalcino (eccezion fatta per uno dei “mostri” sacri che sempre porterò nel cuore il Rosso della Cantina Cupano).

Il Rosso di Montalcino 2017 di Col di Lamo difende l’identità del Sangiovese, fedele interpretazione della scontrosa ruvidità di un’uva generosa.

Colore rosso intenso con riflessi aranciati giovani, vividi, figli dell’invecchiamento in grandi botti di Slavonia. Profumi intriganti, suadenti, complessi e accattivanti.

E’ un vino che non smetteresti mai di portare al naso. In bocca è una contemplazione di armonia e compostezza capace di aprirsi col passare dei minuti e soprattutto dei giorni. ( ho avuto modo di riberlo dopo qualche giorno dall’apertura della bottiglia e sono rimasto di stucco dal ventaglio di profumi che ancora sapeva sprigionare). La grandezza sta nella semplicità con cui sa aprirsi e manifestarsi in tutta la sua immensa eleganza.

Il Brunello costringe a pensare

Se il “Rosso” riusciva a toccare le corde del cuore e far correre i pensieri su toni caldi e sicuri, il Brunello sa far vibrare la mente, l’anima e ti costringe a pensare.

Toni marcati di un rosso rubino dalla pennellata più cupa nonostante rimanga cristallino e brillante. Se potessi dare un volto a questo vino sarebbe senza dubbio quello affascinante e misterioso di Giancarlo Giannini. Diretto e ruvido con la sua bellezza intensa, schivo e introverso ma soprattutto scrigno di grande bontà e saggezza.

Vino da ascoltare e finissimo è come un bisbiglio, lento a partire, sia al naso che in bocca ma la lentezza innata del suo bouquet si trasforma col passare dei minuti in dinamicità e nerbo. Da vino nervoso e sostenuto diviene posato, caldo, affabile, materno e affidabile.

Una coccola continua per il palato dove il calore dei suoi toni alcolici accompagna note morbide di frutta rossa, vaniglia, cacao, tabacco e pepe. Le note di legno dovute all’affinamento in tonneaux col passare del tempo si ammorbidiscono, restando spettatrici di un vino suadente, seducente, complesso e ricercato.

Un Brunello di Montalcino nato dal cuore di una Donna che come madre ha creato un’identità fluida in grado di regalare attimi di estremo raccoglimento e piacevolezza.

Nel ringraziare Giovanna di avermi fatto assaggiare i suoi vini vi invito dopo aver letto questo breve racconto a far vostre le bottiglie di Col di Lamo e regalarvi momenti di ricercata e raffinata piacevolezza degustativa.

Chapeau a Col di Lamo!

Pilu Andrea

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