CANTINE DI NESSUNO

CANTINE DI NESSUNO

La continua ricerca della qualità nel mondo del vino è una cosa molto divertente, si perchè quando si pensa di aver capito quali siano gli intervalli all’interno dei quali si trovano i nostri gusti oggettivi, ecco che arriva un vino o una cantina a stravolgere nuovamente tutto.

L’ultima edizione di Vinitaly mi ha aiutato molto. E’ stato un banco di prova importantissimo, terreno fertile per incontrare nuove cantine che negli ultimi 10 anni sono nate, cresciute ed oggi si sono finalmente affermate nel loro areale di riferimento.

Oggi voglio portarvi in un viaggio che profuma di territorio, storia, avventura, sudore, sacrifici, visioni e desideri. Parleremo di una cantina siciliana, etnea per la precisione che ho avuto la fortuna di incontrare grazie ad un’amica Francesca Landolina che ringrazio per la professionalità e la precisione con cui ha condotto la degustazione.

Un viaggio che potrebbe iniziare cosi:

Se la terra è sempre lì a trasformarsi, ma mantiene inalterato il legame con la gente, essa è di tutti, quindi, di nessuno.

Cantine di Nessuno conta circa 10 ettari di proprietà delle famiglie Costanzo e Brancatelli; vengono coltivati circa 10 ettari con vitigni autoctoni di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Catarratto centenari. Le condizioni impervie e quasi proibitive per i fianchi montuosi dell’Etna in cui vengono allevate le piante di vite, rendono la viticoltura più che eroica.

Cantine di Nessuno è in Sicilia, in provincia di Catania, qui la viticoltura si inerpica lungo i costoni del Vulcano Etna ad altezze già estreme per la coltivazione della vite, tra i 700m slm e i 900m slm dei vigneti che si trovano sui versanti del cono spento del Monte Ilice.

Vigneti complicati, difficili da lavorare, eroici sotto tutti i punti di vista.

Cantine di Nessuno si trova nel versante SudEst dell’Etna, tra Fleri e Trecastagni, tra conetti vulcanici inattivi e terre nere di zolfo e cenere.

Il simbolo di Cantine di Nessuno è il Monte Ilice dove i terreni raggiungono e spesso superano il 45% di pendenza, rendendo quasi tutte le pratiche agronomiche complesse e del tutto dipendenti da lavorazioni manuali certosine.

Ricordo molto bene le prime parole su questa cantina citatemi da Francesca, qui siamo pazzi diceva, qui si fanno vini sudando e assecondando le più intime esigenze delle piante. I terreni che vengono lavorati ogni giorno sono verticali, condizioni di pendenza che rendono complicatissime anche le più classiche lavorazioni della terra e delle piante.

Osservando le prime foto dei vigneti si può notare come le viti si dipingano sulle salite scoscese marcate dalla terra lavica, vulcano attivo nelle radice delle piante, pulsione verticale che ritroviamo netta e prepotente nei vini prodotti.

Il percorso di conoscenza inizia subito con una sorpresa, due spumanti, affascinanti e introversi.

APUM 2018 ETNA DOC è un Metodo Classico prodotto interamente con uve Nerello Mascalese, uva a mio avviso che esercita un fascino estremo per quanto riguarda la ricerca della rifermentazione in bottiglia. Bollicine finissime, profumi agrumati e tostati danno corpo ad un vino fine ed elegante con un’ottima bocca che gioca su acidità nette, fresche ma nel contempo un’alcolicità di 12%vol che lo rende versatile e estremamente godereccio.

APUM 2018 ROSE’ ETNA DOC In questo caso stiamo parlando di un vino frutto di grande ricerca e passione, un Metodo Classico che vede il leggero contatto sulle bucce delle uve di Nerello Mascalese che come un antico Pinot Noir rilascia leggere note di frutti di bosco e canditi nel mosto che poi ritroviamo in una croccantezza infinita nello spumante.

Il colore rosa è tenue, quasi accennato, timido, un bisbiglio. Ma al naso ed in bocca gioca tutta la sua corsa con determinazione. Ottima acidità, leggermente meno del Blanc de Noir ma ccomunque ben spiccata; profumi eleganti di piccoli frutti rossi e fiori delicati. In bocca è cremoso e di una sapidità netta e ricercata. Lo trovo uno spumante goloso e incredibilmente gastronomico.

La produzione di Cantine di Nessuno diventa vera ricerca della qualità di fronte ai due ETNA BIANCO DOC ed i due ETNA ROSSO DOC.

Iniziamo con il NENTI ETNA BIANCO DOC proveniente dall’unione di Carricante con una piccola parte di Catarratto. Vino a tratti semplice e “veloce” anche se la provenienza delle uve da vigne di altitudine, ne fa un vino estremamente fresco ed abbastanza complesso.

Colore giallo paglierino carico con tonalità dorate leggermente pennellate. E’ un vino che sulla tavola farebbe un’ottima figura anche con piatti molto saporiti grazie alle sue note agrumate, sostenute dalla sua notevole freschezza.

Salendo la scala delle emozioni troviamo MILICE ETNA BIANCO DOC un vino di rara finezza e raffinatezza stilistica. Le uve 100% Carricante arrivano dal versante SUD-EST dell’Etna, precisamente dai vigneti di Monte Ilice, il vino una volta pronto affina per circa un anno in tonneaux di rovere per poi riposare per circa 3 mesi in bottiglia.

Ne deriva un nettare raro, un vino da bere in silenzio, elegante e robusto sin dal colore giallo dorato prezioso. Profumi di zagara e spezie che si ritrovano in bocca arricchite da un’alcolicità raffinata che spalleggia con l’acidità stuzzicante che aiuta ad impreziosire le note calde di frutta a polpa gialla, di pepe bianco, vaniglia con un finale di arancia disidratata e datteri.

Vino di incredibile leva stilistica!

Il risultato più eclatante dell’immane sforzo di chi ha scelto di investire su questo territorio e in questa cantina lo vediamo nei rossi. Il primo, NUDDU ETNA ROSSO DOC è un blend di uve Nerello Mascalese e Cappuccio che affina circa 24 mesi in barriques, una riserva a tutti gli effetti.

E’ un vino da non perdere, struttura e freschezza concorrono nel descrivere un vino maturo ed equilibrato.

Lo sforzo maggiore, come sui bianchi, viene ottenuto dai vigneti di Nerello siti sull’Ilice, il MILICE ETNA ROSSO DOC è vino di incredibile pregio stilistico. Da una selezione attenta delle migliori uve di Nerello Mascalese nasce questo rosso che affina per circa 15 mesi in tonneaux di rovere e circa 5 mesi in bottiglia prima di esser pronto. Eleganza e finezza si notano sin dal principio dal colore rosso intenso, purpureo e cristallino. Profumi stuzzicanti in evoluzione dai piccoli frutti rossi come la ciliegia alle spezie più pregiate come la cannella. In bocca la frutta rossa ben marcata lascia subito spazio alle note morbide della vaniglia e del cioccolato con piccoli accenti di erbaceo che ben si sposano con la buona acidità di cui è caratterizzato. Finisce con note molto ricercate di cacao e cuoio. Milice è un vino raro capace con le sue note solfuree e sapide di raccontare di tutti gli sforzi che si celano dietro le Cantine di Nessuno. Caparbio e cocciuto, introverso ed elegante capace da solo di rappresentare l’intera viticoltura etnea.

La Sicilia mi ha sempre affascinato. E’ la prima regione che ha capito come fare squadra, con enormi difficoltà non neghiamolo ma in ogni caso negli ultimi quindici anni si è imposta nel mondo con i suoi vini di grandissima qualità. I microclimi presenti in questa regione danno modo di assaggiare le sfumature più disparate di vini. La stessa uva, vinificata in modi simili cambia diametralemente se si trova a Palermo,a Catania, a Ragusa ecc…

Vitigni internazionali che esplodono di profumi e sapori, vitigni autoctoni sempre più alla ricerca di una verticalità estrema. E poi c’è l’Etna che coi suoi territori, le sue variegate contrade da vita ad autentici vini materici, vini che prendono forma direttamente dalle idee dei produttori stessi.

Vi invito a cercare ed assaggiare i vini di Cantine di Nessuno, fate vostra l’esperienza che si cela dietro il loro assaggio, vi arricchirà vedrete. Sarà emozionante anche per voi come lo è stato per me riconoscere gli sforzi della cantina che li produce all’interno di un territorio che saprà stregarvi, coccolarvi e portarvi in viaggio lunghissimo ed entusiasmante.

Andrea Pilu

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